Palazzo dei Vicari
Il Palazzo dei Vicari si trova a dominare l’omonima spaziosa piazza ed è il monumento simbolo del borgo di Scarperia, nonché l’unico tra i palazzi toscani che evoca così fortemente l’immagine di Firenze. Il nome deriva dai “Vicari” rappresentanti della repubblica di Firenze nel territorio che abitavano appunto nel palazzo.
L’attuale aspetto è il risultato di una serie di lavori di restauro che durarono dal 1932 al 1937 e che riguardarono il coronamento merlato che corre lungo il camminamento. Adesso merli e beccatelli decorano la facciata e tutto il palazzo dando una nuova “immagine medievale” che attinge dal modello del fiorentino Palazzo della Signoria.
La facciata in pietra forte è adorna di numerosissimi stemmi in pietra serena e terracotta invetriata, emblemi dei Vicari succedutisi nel governo del paese; nella torre, alta 42 metri, è presente la mostra in maiolica dell’orologio, opera della famiglia Chini, decoratori ceramisti di Borgo San Lorenzo, che ha sostituito nel secolo scorso il vecchio quadrante a intonaco, le cui tracce, guardando con attenzione, sono ancora visibili.
Gli stemmi
Un affascinante mosaico di storia raccontata per immagini.
Lo stemma è l’insieme di scudo ed ornamenti esteriori di un’insegna simbolica gentilizia , nazionale o civica.
Il Piano Terra
Il Palazzo dei Vicari presenta al piano terra due diversi ambienti, primo e secondo atrio, arricchiti da affreschi e dalle insegne araldiche dei Vicari, oltre che dal maestoso stemma granducale di Cosimo dei Medici, visibile sopra l’arco che introduce nel secondo atrio.
Le Sale Nobili
Le Sale nobili del palazzo sono 4, la cappella, la stanza dell’orologio, la sala del Sindaco e la sala consiliare o dei tendaggi.
Ognuna con la propria storia
L’Orologio di Brunelleschi
“Dicto Filippo di Ser Brunellesco vende alli homini e persone della Scarperia uno oriolo bello di ferro coi suoi ferramenti. El quale oriolo fu et era di prezzo di fiorini venti di moneta”. Grazie a queste parole, tratte da Mercanzia, n. 1365, c.111r dell’Archivio di Stato di Firenze, Mario Fondelli, professore dell’Università di Firenze, riesce a fare una scoperta eccezionale.
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