I primi abitanti di Scarperia furono certamente coloro che risiedevano nei numerosi borghi e castelli disseminati nell’area prossima alla terra nuova; per facilitare il popolamento fu concessa a tutti coloro che avessero costruito le loro case in Scarperia, un’esenzione decennale da tasse e balzelli. A distanza di poco più di un secolo Scarperia divenne sede di Vicariato (1415) ed assunse funzioni amministrative, delegate dalla Repubblica Fiorentina. Il Palazzo, sorto come fortezza, si tramutò in abitazione del Vicario, una sorta di sindaco che governava il paese con l’aiuto degli Statuti, una serie di norme che oltre a rivolgersi alle attività e agli organi di governo, regolavano i rapporti sociali, i modi di vita degli abitanti e si preoccupavano del decoro della città.
L’investitura ufficiale del Vicario avveniva nell’Oratorio della Madonna di Piazza di fronte al Palazzo. A Scarperia nel ‘400 e più ancora nel ‘500 osti e albergatori svolgevano le loro attività, soprattutto lungo la via principale, sulla quale erano localizzate le attività artigianali di prima necessità ed anche laboratori e botteghe in cui si lavorava il ferro e si producevano utensili agricoli e coltelli. La lavorazione e la vendita dei coltelli e dei Ferri Taglienti caratterizzava le attività produttive scarperiesi e, ben presto questo artigianato divenne uno degli elementi di specializzazione e notorietà del paese.
Il ‘700 fu per Scarperia un periodo cruciale; infatti, dopo la decisione del nuovo governo lorenese di migliorare i collegamenti transappenninici aprendo la nuova strada carrozzabile della Futa (aperta nel 1752), il paese si trovò ad essere tagliato fuori da quelle correnti di traffico che avevano fatto la sua fortuna e che erano state uno dei motivi base della sua nascita. Gli effetti di tale emarginazione furono devastanti per la popolazione di Scarperia che si trovò a dover tentare un difficile adeguamento alle nuove condizioni. Qualche segnale di miglioramento della situazione si scorge all’avvicinarsi della metà del secolo 19esimo, che portò varie trasformazioni nell’immagine e nell’edilizia, furono abbattute mura e porte cosicché il centro perdesse il suo carattere di terra murata e avamposto militare. Alcuni edifici subirono degli interventi di modifica anche a seguito dei continui terremoti, cosicché ad un certo punto il Palazzo dei Vicari assunse la fisionomia attuale, molto rassomigliante al Palazzo della Signoria di Firenze. In un clima di valorizzazione del passato storico della città, si proponeva per Scarperia un’immagine ambientata all’epoca della sua fondazione, ed il “medievale” Palazzo dei Vicari assumeva il valore di edificio simbolo della identità cittadina.
Ma mentre veniva rafforzato il mito dell’autonomia del paese, iniziava per il centro un periodo di depauperamento: la collocazione dei prodotti sul mercato divenne sempre più complicata, l’artigianato dei Ferri Taglienti ebbe il suo colpo di grazia dopo l’emanazione della legge giolittiana del 1908 che proibiva il commercio e l’uso di coltelli a serramanico superiori alla lunghezza del palmo della mano. Oggi possiamo ammirare Scarperia in tutte le sue bellezze storico-artistiche ed artigianali: l’arte dei Ferri Taglienti è rinata per il divampare del collezionismo e per l’utilizzo di materiali pregiati con i quali sono prodotti; gli edifici di maggior interesse storico che fanno da cornice a questa fioritura sono: la Chiesa dei SS. Jacopo e Filippo, proprio di fronte al Palazzo, l’Oratorio della Madonna di Piazza, la Chiesa della Madonna dei Terremoti, a pianta centrale, il Torrino, una torre medievale di controllo e qua e là nel centro storico frammenti della trecentesca cinta muraria del paese. Nella campagna circostante troviamo a circa 1 Km la Pieve di Fagna con facciata in stile neo-barocco, e a 3 Km circa, nella frazione di S. Agata: la Pieve Romanica, la Raccolta d’Arte Sacra e il Centro di Documentazione Archeologica.