Festa della Toscana 2022-2023
Parole libere, parole proibite. Censura e libertà di parola e di stampa nel vicariato di scarperia in età lorenese
Evento organizzato grazie al contributo del Consiglio Regionale della Toscana.
Con l’iniziativa proposta si intende esporre le dinamiche relative l’affermazione della libertà di opinione e stampa nel Vicariato di Scarperia in epoca pietroleopoldina, attraverso l’analisi dei testi presenti nell’archivio storico del paese, creando una pubblicazione in continuità con le analoghe iniziative degli anni passati.
La pubblicazione vedrà affrontato il tema di come fin dai primi decenni del XVIII secolo la questione della censura nel Granducato di Toscana abbia investito il rapporto fra stato e chiesa e di come, con l’insediamento dei Lorena, il problema crebbe di importanza stante la significativa azione riformatrice volta a tutelare l’autonomia dello stato e l’indipendenza dalle istituzioni ecclesiastiche. Infatti, l’opera di Francesco Stefano d’Asburgo Lorena per abolire la censura e la libertà di stampa si scontrò con le competenze fino ad allora esercitate dal Tribunale dell’Inquisizione che poneva il veto sulle pubblicazioni e su tutte le forme di comunicazione ritenute contrarie alla morale pubblica. Nel quadro del nuovo governo lorenese il Consiglio di Reggenza si pose subito come garante della libertà di stampa e la revisione dei testi veniva affidata al Segretario del Regio Diritto, persona esperta in affari giurisdizionali e sollecita a proibire opere che divulgassero massime contrarie agli interessi dello stato mentre le autorità ecclesiastiche dovevano limitare il loro esame solo all’ambito religioso. Il ministro Richecourt indicava nella sola Reggenza l’ente che poteva dare il permesso per ogni nuova stamperia che si aprisse nel granducato. Il granduca Francesco Stefano approvando la proposta di Richecourt promulgava la legge del 28 marzo 1743 con cui lo stato era il garante del buon costume e della espressione pubblica delle opinioni e l’ingerenza della chiesa era limitata alla materia teologica a ai dogmi della fede. A seguito della legge si ebbe un acutizzarsi del conflitto fra stato e chiesa risolto finalmente nel 1754 con la decisa separazione tra gli ambiti che verrà portata avanti dall’azione riformatrice di Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena.
Ciò può trovare conferma nell’esame degli atti dell’archivio di Scarperia, da cui saranno estrapolati processi giudiziari in cui l’espressione del proprio pensiero ed il libero uso della parola iniziano a farsi strada. Questi i temi della pubblicazione in progetto, presentata in un evento specifico in febbraio 2023.
Come da tradizione, l’evento coinvolgerà l’Ensemble Camerata de’ Bardi, con un viaggio alla scoperta dei compositori del Granducato toscano e del suo Granduca, flautista e violinista, Francesco Stefano d’Asburgo-Lorena, con le musiche dei lorenesi Nicolas Dothel, flautista della Cappella di corte del Granduca; Charles-Antoine Campion, violinista, compositore e maestro di cappella della cattedrale di Santa Maria del Fiore e dell’Oratorio di San Giovanni Battista; Pietro Nardini, violinista e direttore delle musiche della corte granducale; Christoph Willibald Gluck, compositore viennese, frequentatore del Granducato toscano, autore dell’Orfeo ed Euridice, celebrante l’onomastico del granduca Francesco Stefano. Riviviamo quel clima culturale libero che si viveva nella corte, nella residenza fiorentina di Pitti così come nelle numerose ville toscane, nelle quali si organizzavano “accademie di canto e di suono” con i musicisti della Reale Camera.