Descrizione
Con la pubblicazione “Parole libere, parole proibite. Censura e libertà di parola e di stampa nel vicariato di scarperia in età lorenese” si sono esposte le dinamiche relative l’affermazione della libertà di opinione e stampa nel Vicariato di Scarperia in epoca pietroleopoldina, attraverso l’analisi dei testi presenti nell’archivio storico del paese.
La pubblicazione ha affrontato il tema di come fin dai primi decenni del XVIII secolo la questione della censura nel Granducato di Toscana abbia investito il rapporto fra stato e chiesa e di come, con l’insediamento dei Lorena, il problema crebbe di importanza stante la significativa azione riformatrice volta a tutelare l’autonomia dello stato e l’indipendenza dalle istituzioni ecclesiastiche. Infatti, l’opera di Francesco Stefano d’Asburgo Lorena per abolire la censura e la libertà di stampa si scontrò con le competenze fino ad allora esercitate dal Tribunale dell’Inquisizione che poneva il veto sulle pubblicazioni e su tutte le forme di comunicazione ritenute contrarie alla morale pubblica. Nel quadro del nuovo governo lorenese il Consiglio di Reggenza si pose subito come garante della libertà di stampa e la revisione dei testi veniva affidata al Segretario del Regio Diritto, persona esperta in affari giurisdizionali e sollecita a proibire opere che divulgassero massime contrarie agli interessi dello stato mentre le autorità ecclesiastiche dovevano limitare il loro esame solo all’ambito religioso. Il ministro Richecourt indicava nella sola Reggenza l’ente che poteva dare il permesso per ogni nuova stamperia che si aprisse nel granducato. Il granduca Francesco Stefano approvando la proposta di Richecourt promulgava la legge del 28 marzo 1743 con cui lo stato era il garante del buon costume e della espressione pubblica delle opinioni e l’ingerenza della chiesa era limitata alla materia teologica a ai dogmi della fede. A seguito della legge si ebbe un acutizzarsi del conflitto fra stato e chiesa risolto finalmente nel 1754 con la decisa separazione tra gli ambiti che verrà portata avanti dall’azione riformatrice di Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena.
Ciò può trovare conferma nell’esame degli atti dell’archivio di Scarperia, da cui sono stati estrapolati processi giudiziari in cui l’espressione del proprio pensiero ed il libero uso della parola iniziano a farsi strada. Questi i temi della pubblicazione in oggetto.
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